MENU

Produzione di postime coltivato in diversi substrati e formule di concimazione

Le specie considerate per il progetto sono tre specie autoctone toscane appartenenti al genere Quercus: farnia (Quercus robur L.), leccio (Quercus ilex L.) e roverella (Quercus pubescens Willd.). Questa scelta permetterà di ottenere informazioni sull’adattabilità agli stress idrici di specie con esigenze idriche molto diverse, che comunemente vengono utilizzate per interventi di rinverdimento sia urbani sia extra-urbani. Le differenti esigenze specifiche e, in aggiunta, la plasticità fenotipica del genere Quercus dovrebbero rendere particolarmente interessanti i risultati della sperimentazione.

 

In questo progetto, la ricerca di una maggiore qualità del sistema radicale si è concentrata sull’individuazione di una combinazione di fattori colturali: il substrato di crescita e la tipologia di concimazione. Per quanto riguarda il substrato sono state messe a confronto torba e fibra di cocco. La prima è il substrato comunemente usato dalla maggior parte delle aziende del settore vivaistico. La fibra di cocco, di recente introduzione, rappresenta un’innovazione nella filiera vivaistica: è una risorsa rinnovabile e, pertanto, utile ad una maggiore eco-sostenibilità della produzione. Una delle finalità del progetto consiste nel validare l’impiego di questa nuova risorsa. In Tab. 1 le specifiche dei due substrati.

 

Tab. 1: caratteristiche dei substrati utilizzati; fonte Agraria Checchi s.p.a.

 

 

Sigla

Componenti

  pH  

Conducibilità
  elettrica (sS/m)  

Densità
 apparente (Kg/m3) 

 Porosità 
(%)

TORBA

To

70% torba acida 0-40 mm;

30% pomice 5-8 mm

4,9

0,03

220

90

COCCO

Co

70% midollo

30% fibra

4,3

0,12

74

95

 

Sono state poi messe a confronto, per ognuno dei due substrati, 3 tipologie di concimazione aventi in comune le seguenti caratteristiche: composizione ternaria (N, P, K), forma granulare e lento rilascio degli elementi (Tab. 2).

 

Tab. 2: caratteristiche delle tre formule di concimazione usate

 

 Sigla 

Prodotto utilizzato

Titolazione

Unità nutrizionali
(mg/l)

Rapporto
concimazione

Quantità
(Kg/m3)

Concimazione

standard

St

Osmocote Custom

Blend 12/14 mesi Standard

15-9-11

N: 450;

P2O5: 270; K2O: 330

1 : 0,6 : 0,7

3

Aumentato P

P

Osmocote Custom

Blend 12/14 mesi Standard

15-9-11

N: 450;

P2O5: 690; K2O:330

1 : 2: 0,7

3

Perfosfato minerale

0-21-0

2

Aumentato K

K

Osmocote High

K 12/14 mesi Standard

11-11-18

N: 440;

P2O5: 440; K2O: 720

1 : 1 : 1,6

4

 

Le modifiche alla concimazione standard sono state pensate per testare l’effetto sui semenzali delle proprietà attribuite alla presenza di maggiori quantitativi di P e del K. Le conoscenze attuali concordano sul fatto che questi due macro-elementi sono in grado, tra le altre funzioni, di influenzare lo sviluppo dell’apparato radicale in misura maggiore rispetto all’azoto. Il potassio, ad esempio, agisce come catalizzatore per molti processi necessari alla crescita e conferisce alle piante la capacità di tollerare vari tipi di stress tra cui la siccità in quanto è correlato alla regolamentazione dell’uso dell’acqua nella pianta (trasporto, turgore delle cellule, concentrazione di succo cellulare) e regola anche l’apertura e la chiusura degli stomi (traspirazione, assorbimento del carbonio). Il fosforo risulta interessante in quanto, tra le sue innumerevoli funzioni all’interno della pianta, influisce in maniera determinante sullo sviluppo della morfologia radicale ma, spesso, in natura può risultare un fattore limitante date le scarse capacità di mobilità all’interno del suolo.

 

Attività svolte

Per il primo anno di crescita (2017) l’allevamento del postime è avvenuto in un vivaio dell’azienda Vannucci in località Pontelungo (PT) in serra coperta, in modo da poter regolare temperatura e quantità di acqua fornita. Per monitorare l’accrescimento e lo sviluppo delle diverse parti dei semenzali nella prima stagione vegetativa è stato predisposto un disegno sperimentale con 3 blocchi randomizzati: sono state seminate in multi-contenitori 864 ghiande per specie, ripartite in 6 combinazioni substrato/concimazione (144 piante per tesi; 2592 piante totali).

 

allestimento%20serra.jpg
serra%20a%20fine%20primo%20anno.jpg

 

 

Durante la stagione vegetativa sono state rilevate, con cadenza settimanale, le date di levata di ogni singola pianta e le altezze, a partire dal momento in cui le plantule iniziano a distendere le prime foglie. Contestualmente alle altezze è stata rilevata la presenza di nuovi flussi di crescita. In base al tempo trascorso tra semina e levata ogni pianta è stata assegnata ad una classe di germinazione, con ampiezza di 10 giorni, così identificata: Non germinata,1-10 gg, 11,20 gg, 21-30 gg, 31-40 gg, 41-50 gg, 51-60 gg, > 61 gg.

 

lecci%20di%20due%20tesi%20diverse%20a%20agosto%202017.jpg roverella%20fine%201a%20stagione%20vegetativa.jpg

Al termine della stagione vegetativa, per ogni specie, un campione di 20 piante per trattamento è stato sottoposto ad analisi distruttive. Sono stati rilevati i principali parametri morfologici ipogei ed epigei delle piantine.

 

semenzali%20di%20farnia%20di%202%20mesi.jpg semenzali%20di%20leccio%20di%202%20mesi.jpg


Risultati

Le frequenze di levata delle tre specie, per ognuno dei 6 trattamenti, sono state analizzate con il test del χ2, sia per singoli blocchi sia per frequenze totali.

Per la farnia le frequenze risultano omogenee con massima concentrazione nelle prime settimane, seguita da una diminuzione quasi altrettanto veloce: il 78,4% delle levate si colloca infatti tra i 20 e i 30 giorni successivi alla semina. Il leccio dimostra un andamento di levata molto più omogeneo nel tempo con il 72,6% di piantine germinate nel periodo compreso tra i 20 e i 50 giorni post semina. Per questa specie, i trattamenti con cocco hanno mostrato una maggiore generale precocità. Infine, riguardo alla roverella, si osserva un inizio di germinazione molto precoce (già dopo 10 giorni dalla semina) che si prolunga fino al mese e mezzo.

Si è notato che ogni volta in cui l’analisi statistica fornisce risultati significativi, emergono gruppi omogenei separati in relazione al substrato: tendenzialmente nei trattamenti con torba le piantine hanno mostrato frequenze di levata più tardive e una maggiore scalarità, le piantine allevate in cocco invece tendono ad avere levate anticipate e concentrate in 2 classi. Ciò nonostante, le percentuali di germinazione totale delle piantine coltivate in cocco e torba risultano simili, con differenze minori del 2% tra i substrati; fa eccezione la farnia, dove le frequenze di levata delle piantine allevate in torba superano quelle coltivate in cocco del 3,9%.

 

Frequenze di levata percentuali per classi

 

Istogramma1.jpg
Istogramma2.jpg
Istogramma3.jpg

 

L’analisi della varianza sulle altezze medie di fine stagione fa emergere una netta separazione tra i due substrati di crescita: i semenzali allevati in torba hanno sempre altezze statisticamente maggiori (P < 0.05) rispetto a quelli allevati in cocco. Inoltre, per ognuno dei due tipi di substrato, la concimazione arricchita in potassio è sempre associata a un maggiore sviluppo in altezza, mentre la Standard dà luogo a piante di altezza media più bassa.

 

Istogramma delle altezze medie per ogni tesi

istogramma.png

 

I risultati delle analisi distruttive sul campione di semenzali sono in fase di elaborazione e verranno presto pubblicate su questa pagina.

 

                                                                         HOME

 

 

Ultimo aggiornamento

18.02.2021

Cookie

I cookie di questo sito servono al suo corretto funzionamento e non raccolgono alcuna tua informazione personale. Se navighi su di esso accetti la loro presenza.  Maggiori informazioni